L’incredibile storia di Cofle. L’azienda, leader nei sistemi di comando e cavi di controllo per il settore automotive, serve tutti i principali marchi mondiali, compresi Ferrari, Maserati e Lotus.
Più che un lampo di genio, uno straordinario colpo di fortuna. È cominciata così, con tutto il rispetto per la capacità di fare pronostici calcistici messa in mostra dal suo fondatore, l’incredibile storia di Cofle.
L’azienda milanese, leader nella progettazione, produzione e commercializzazione a livello mondiale di sistemi di comando e cavi di controllo per il settore automotive e per quello dei trattori, è infatti nata nel 1964 grazie a un 13 al Totocalcio realizzato da Bruno Barbieri, imprenditore forse meno noto dell’omonimo cuoco giudice di MasterChef Italia, ma il cui ingegno ha avuto un impatto decisamente più rilevante a livello mondiale.
Una storia cominciata con una vincita di 500 mila lire
Se Cofle si è imposta in un settore ad altissima competizione come quello dell’automotive, crescendo in oltre mezzo secolo di storia da piccolissima attività avviata con due macchinari nella stalla dei suoceri del fondatore fino a gruppo con poli produttivi e logistici in Italia (a Trezzo sull’Adda e Pozzo d’Adda), Turchia, Brasile e India, è infatti perché quel colpo di fortuna, che fruttò una vincita di circa 500 mila lire, aprì la porta all’espressione del genio imprenditoriale di Barbieri. Un genio grazie al quale oggi l’azienda ha tra i propri clienti i più importanti marchi automobilistici internazionali, compresi Ferrari, Maserati e Lotus e tutti i principali produttori di macchine agricole,
“Nostro padre si sarebbe potuto limitare a godersi quei soldi”, racconta Alessandra Barbieri, che con il fratello Walter, presidente della società, gestisce l’azienda di famiglia. “Invece, decise di licenziarsi dall’azienda americana per la quale lavorava e che produceva impianti per l’industria aeronautica, e di lanciarsi in questa avventura installandosi nella stalla dei nostri nonni, dove condivideva lo spazio con alcune mucche”.
Dai cavi per l’Autobianchi a quelli per la Ferrari
“La prima produzione riguardò i cavi di equipaggiamento per Fiat, Autobianchi e Lancia, i marchi più importanti dell’epoca”, prosegue Alessandra Barbieri. Poi, tra gli anni Settanta e Ottanta, l’azienda cominciò a produrre anche cavi per il settore dei ricambi. “Questo ci ha consentito di trovarci operativi nella fase di maggiore espansione del parco auto italiano e di crescere notevolmente tra gli anni Ottanta e Novanta, nel corso dei quali nacque anche la divisione per la produzione di primi impianti per macchinari agricoli e di movimentazione terra”, prosegue.
Oggi questa produzione è coperta dalla linea di business OEM, che comprende anche i sistemi per i veicoli commerciali e per i marchi del lusso del settore automotive. L’altra linea che caratterizza il business aziendale è quella After Market (AM), specializzata nella produzione di parti di ricambio per il settore automotive, con oltre 7 mila prodotti che coprono tutto il parco auto europeo.
Oltre l’80% del fatturato all’estero
Non solo. Se i mercati esteri principali sono Turchia e Germania, rispettivamente leader nella produzione di macchine agricole e di autovetture, altri Paesi strategici per l’azienda, il cui fatturato deriva in gran parte (81%) dalle vendite all’estero, saranno sempre più l’India e gli Stati Uniti. Ma i prodotti Cofle sono presenti un po’ in tutto il mondo, “grazie alla scelta di papà di fornire fin dall’inizio un servizio unico, flessibile, rapido, che rispondesse in maniera immediata e che offrisse una soluzione al cliente”, sottolinea il presidente. “Questo è rimasto nel Dna dell’azienda anche quando abbiamo aperto sedi in tutto il mondo, e ci distingue dalla concorrenza: noi vendiamo soluzioni, non semplici prodotti”.
Che poi il resto lo abbia fatto la voglia e la capacità di investire costantemente in ricerca e innovazione, è cosa facile da intuire. “Oggi produciamo ancora cavi per il freno, per l’acceleratore, per la frizione, ma anche sistemi per i freni a mano elettronici e quelli per i freni idraulici, sistemi di controllo altamente tecnologici con una componente elettronica e meccatronica rilevante”, sottolinea Walter Barbieri.
Una componente, quella dell’innovazione, destinata a trovare ulteriore spinta con la quotazione dell’azienda, che proprio ieri ha annunciato di aver presentato a Borsa Italiana la domanda di ammissione sul mercato Euronext Growth Milan, dedicato alle piccole e medie imprese ad alto potenziale di crescita. Un passo che segna un ulteriore salto di qualità per questa realtà che oggi ha 600 dipendenti a livello globale e che punta a consolidare la propria posizione con sviluppi tecnologici e operazioni di fusione e acquisizione in Italia e all’estero.