Per la prima volta il rosso simbolo dell’Oltrepò Pavese entra tra i protagonisti del Merano WineFestival 2025, con una masterclass che celebra i vignaioli del Club del Buttafuoco Storico e la forza di un territorio in rinascita
Per la prima volta nella sua storia, il Buttafuoco Storico dell’Oltrepò Pavese approda al Merano WineFestival, una delle rassegne enologiche più prestigiose d’Italia e d’Europa. Sabato 8 novembre 2025, le cantine Fiamberti, Giorgi, Maggi Francesco e Quaquarini – membri del Club del Buttafuoco Storico – porteranno in degustazione i loro vini simbolo durante una masterclass condotta dal wine journalist Mauro Giacomo Bertolli, profondo conoscitore del territorio oltrepadano.
Un debutto che rappresenta una vera e propria consacrazione per questo rosso lombardo dal carattere forte e identitario, frutto di un uvaggio di Croatina, Barbera, Uva Rara e Ughetta di Canneto, allevate nello Sperone di Stradella, tra le colline dell’Oltrepò Pavese orientale.
«I vignaioli che abbiamo selezionato per la masterclass di Merano, spiega Bertolli, incarnano lo spirito autentico del Buttafuoco Storico. Ognuno di loro interpreta il vino secondo la propria sensibilità, ma tutti condividono lo stesso legame profondo con il territorio e la tradizione».
Durante la masterclass saranno presentate le seguenti etichette: Fiamberti, Vigna Sacca del Prete, annate 2013 e 2021; Giorgi, Vigna Casa Corno, annate 2017 e 2020; Maggi Francesco, Vigna Costera, annate 2015 e 2018; Quaquarini, Vigna Pregana, annate 2010 e 2019.
La masterclass culminerà con la degustazione del vino consortile “I Vignaioli del Buttafuoco Storico” 2020, sintesi collettiva delle migliori espressioni del Club del Buttafuoco Storico.
Il Buttafuoco e il territorio: un legame indissolubile
Fondato nel 1996, il Club del Buttafuoco Storico riunisce 18 produttori impegnati nella tutela e valorizzazione di questo vino, attraverso un disciplinare rigoroso che definisce ogni passaggio produttivo, dal vigneto alla bottiglia.
Le 20 vigne riconosciute, per un totale di 22 ettari, si trovano nei comuni di Broni, Stradella, Castana, Canneto Pavese, Montescano, Pietra de’ Giorgi e Cigognola. L’indicazione del nome topografico in etichetta certifica l’origine e l’unicità di ciascun vino.
Ogni anno viene inoltre realizzato un Buttafuoco Storico consortile, frutto di un assemblaggio dei vini dei soci e affidato alla creatività di un enologo esterno, diverso per ogni millesimo, a sottolineare la vocazione collettiva del progetto. Simbolo del Club è un veliero dalle vele infuocate, ispirato alla nave austro-ungarica “Buttafuoco”, metafora di energia e spirito di avventura.
Le quattro cantine protagoniste
FIAMBERTI – Storica azienda di Broni, fondata nel 1814, oggi guidata da Giulio Fiamberti, porta avanti una tradizione familiare lunga oltre due secoli. Accanto al Buttafuoco, la cantina si distingue anche per i suoi Metodo Classico e per la valorizzazione dei vitigni autoctoni, tra cui l’Ughetta di Canneto.
GIORGI – Nata nel 1875, è una delle realtà più importanti e innovative dell’Oltrepò Pavese. Con Fabiano ed Eleonora Giorgi alla guida, produce circa un milione di bottiglie l’anno. Famosa per gli spumanti, l’azienda mantiene salde le radici nel territorio, con particolare attenzione al Buttafuoco.
MAGGI FRANCESCO – A Canneto Pavese, questa azienda familiare fondata nel 1940 è oggi nelle mani di Marco Maggi, che ha saputo coniugare tradizione e modernità. Con 29 ettari di vigneto e una produzione di circa 150 mila bottiglie l’anno, rappresenta una delle interpretazioni più autentiche del Buttafuoco.
QUAQUARINI – Anche questa storica cantina di Canneto Pavese, certificata biologica, ha radici profonde nel territorio. Fondata nel 1904, oggi è guidata da Umberto e Maria Teresa Quaquarini insieme alla nuova generazione. I 50 ettari di vigneto e l’attenzione alla sostenibilità ne fanno un punto di riferimento dell’enologia oltrepadana.
Un appuntamento da non perdere a Merano
L’8 novembre, dunque, il Buttafuoco Storico salirà per la prima volta sul palcoscenico del Merano WineFestival, nella sua 34ª edizione, portando con sé il calore delle colline pavesi e l’orgoglio di un territorio che sta vivendo una nuova stagione di riconoscimento e qualità.
Un’occasione imperdibile per scoprire — o riscoprire — la forza, la complessità e l’anima di uno dei grandi rossi italiani.
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