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Sebino: la rinascita di un’impresa, dal lutto al successo Europeo

Dalla perdita del fondatore alla leadership europea nei sistemi antincendio: la storia di Sebino S.p.A., un esempio di visione, resilienza e innovazione Made in Bergamo.

Certe storie d’impresa nascono da una scintilla. Altre da un’idea geniale. Quella di Sebino S.p.A., realtà bergamasca oggi leader italiana nella progettazione e manutenzione di sistemi antincendio e di sicurezza, ha origine da un evento drammatico: la scomparsa improvvisa, nel 2010, del fondatore Marco Cadei, morto a soli 50 anni mentre era in missione per fondare la sede rumena del gruppo.

Dalla tragedia alla ripartenza: la nuova guida di Sebino

In quel momento di disorientamento fu il cugino Gianluigi Mussinelli, oggi amministratore delegato, a raccogliere il testimone. Una figura esterna al cuore tecnico dell’azienda, ma con una dote rara: la capacità di visione. “Non conoscevo gli impianti, ma ho visto il potenziale”, racconta Mussinelli. “Abbiamo chiesto all’azienda di riallinearci e ripartire dopo lo shock per la morte di mio cugino, e ce l’abbiamo fatta”. E la reazione a quel drammatico lutto si è tradotta in un nuova energia per fare un salto di qualità. 

Con il passare degli anni quello di Sebino è infatti diventato un caso industriale da manuale: quella che all’epoca era una realtà con una cinquantina di dipendenti, è oggi un gruppo da oltre 80 milioni di euro, tra i principali player europei del settore antincendio e sicurezza, con quasi 300 dipendenti, sedi in Italia e Romania e una quotazione in Borsa alle spalle chiusa con  successo (la domanda fu sette volte quella attesa). Una serie di risultati frutto della trasformazione da piccola realtà artigianale in moderna impresa industriale, caratterizzata da una serie di innovazioni dal punto di vista tecnologico e da acquisizioni mirate nel campo della manutenzione e della rilevazione incendi.

Dai centri commerciali ai data center: i grandi progetti firmati Sebino

Tra le principali innovazioni, l’introduzione per prima in Italia della prefabbricazione delle linee sprinkler, per intenderci quegli impianti che intervengono spruzzando acqua o altre sostanze per spegnere le fiamme nei centri commerciali, negli uffici, nell’industria, nei data center. Una novità che ha consentito all’azienda orobica, la cui sede principale è a Madone, comune a una manciata di chilometri da Bergamo, di affermarsi come leader indiscusso in questa nicchia di mercato, tanto da essere stata scelta come partner chiave nei data center di Equinix, azienda californiana specializzata in quest’ambito, e nei poli logistici di Amazon, DHL, Zalando, Esselunga e Italtrans, giusto per fare qualche nome. 

Non solo. Sebino è stata anche la prima in Italia ad adottare integralmente al proprio interno la progettazione BIM, obbligatoria dal 2016 per i grandi appalti europei: una capacità fondamentale per operare nei data center e nelle strutture di dimensioni più grandi. Poi c’è la manutenzione, che rappresenta una sorta di nuova frontiera. 

Con l’espansione degli impianti installati, la loro cura è infatti diventata un asset strategico. Da qui, l’acquisizione della Sebino Service e lo sviluppo di una business unit dedicata, con sede a Casale Monferrato, per la gestione ordinaria e straordinaria di impianti antincendio e porte tagliafuoco.

Una crescita complessiva di servizi e fatturato frutto anche di una scelta coraggiosa, quella di quotarsi nel 2020 – in pieno periodo Covid-19 – alla Borsa di Milano sul listino Euronext Growth Milan (ex AIM), diventando la prima azienda del settore antincendio a farlo. “È stato il momento più difficile e il più formativo”, ammette Mussinelli. La visibilità ottenuta con questa mossa, infatti, ha aumentato la fiducia degli investitori e la credibilità del gruppo, preparando il terreno per gli step successivi. 

La sfida in Borsa e l’ingresso dei fondi

Nel 2023 la maggioranza delle quote azionarie di Sebino S.p.A. è stata acquisita da un fondo di private equity. Un passaggio anticipato dal delisting del gruppo, che oggi opera anche in Romania, da dove arriva circa il 10% del fatturato, e in maniera più sporadica in diversi altri Paesi europei. 

Quanto al futuro, l’obiettivo è contribuire a diffondere e rafforzare la cultura della prevenzione in un Paese, l’Italia, nel quale “si installano in media solo 15-17 sprinkler ogni mille abitanti all’anno, contro i 40 della Germania o i 70 dei Paesi nordici”, spiega Mussinelli. “Continuiamo a lavorare adattandoci al mercato e anticipandolo dove possibile, restando fedeli alla cultura del fare, come nell’abitudine dei bergamaschi, che sono persone più abituate a fare che a parlare”. 

Libero Quotidiano, 18 maggio 2025

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