Oscar di Montigny ha lasciato un ruolo da top manager in Mediolanum per dar vita a una fondazione e a una società benefit che accompagnano le aziende nella transizione a un nuovo modello economico
A un osservatore superficiale la sua potrebbe sembrare più una sorta di conversione spirituale che una scelta imprenditoriale. Lasciare un ruolo da top manager in Mediolanum, del quale faceva parte come executive da oltre 20 anni, per dar vita a una fondazione e a una società benefit impegnate ad accompagnare le organizzazioni nella transizione verso un nuovo sistema economico improntato alla convergenza dei principi dell’innovazione, sostenibilità e umanesimo, sembra infatti più una scelta di cuore che di testa.
Invece, l’avventura intrapresa da Oscar Di Montigny con il lancio dell’hub I-Deagate racchiude in sé tutta la complessità di un personaggio visionario, il cui percorso è sempre stato caratterizzato dalla capacità di innovare e dalla ricerca di un equilibrio tra la concretezza dei numeri e la profondità della dimensione interiore. Con questo scatto in avanti verso un modello economico che oggi può apparire utopistico, ma che punta a dare risposta da un lato alle istanze delle nuove generazioni e dall’altro alle sfide imposte da questo complicatissimo momento storico, l’imprenditore milanese sembra infatti aver trovato il modo di fondere testa, cuore e anima in un’unica visione.
Dalle filosofie orientali alle neuroscienze
“Io ho sempre cercato la risposta a domande che riguardavano il senso più profondo delle cose, ritrovandomi ad attingere in questo viaggio a diverse discipline: filosofie orientali, psicologia, arte, ma anche sociologia, neuroscienze ed economia”, racconta Oscar Di Montigny, cinquantaquattrenne milanese il cui nome era anche stato inserito dal centrodestra nella rosa dei possibili candidati da opporre a Beppe Sala alle elezioni amministrative del 2021. “Questo mi ha portato ad avere fin dal principio un approccio volto a sviluppare il potenziale umano inespresso, tanto da proporre già vent’anni fa in azienda percorsi tecnici che a quell’epoca non erano ancora stati sdoganati, come meditazione e yoga”.
Questa stessa prospettiva è quella che ha fatto di Di Montigny un personaggio molto apprezzato a livello internazionale. Tanto da essere chiamato a partecipare come relatore in consessi esclusivi come il World Business Forum e a confrontarsi con imprenditori del calibro di Steve Wozniak, cofondatore di Apple, o Richard Branson, fondatore di Virgin Group.
Il cambio d’epoca e le nuove sfide
E questa stessa prospettiva è alla base del nuovo progetto lanciato da Di Montigny con Marianna Manfrino e Davide Maestri lo scorso autunno, dopo l’ennesimo viaggio alla ricerca del senso profondo della vita, questa volta per oltre due mesi nelle regioni himalaiane di India, Nepal e Buthan. “Si è trattato di un viaggio molto intenso, dal quale sono tornato con un vigore e un’energia straordinari, che ho riversato nell’apertura della nostra fondazione”, racconta.
“L’idea di partenza è che stiamo attraversando un cambio di epoca che modificherà radicalmente tutto nostro il sistema, nel quale peraltro stiamo già oggi perdendo la maggior parte dei riferimenti. Detto questo, se l’epoca cambia anche noi dobbiamo essere capaci di cambiare, per cogliere gli aspetti positivi di una nuova fase nella quale, grazie a una possibilità senza precedenti di accedere a informazioni e conoscenza, chi avrà voglia di assumersi delle responsabilità potrà avere una capacità di influenza straordinaria sulla realtà nella quale vive”.
Dall’economia circolare all’economia sferica
Una prospettiva solo apparentemente filosofica, che si declina in maniera concreta nella visione di una nuova imprenditoria e di un nuovo modello di economia che lui definisce “sferica”. “L’economia circolare in qualche modo ha dimostrato di poter risolvere solo alcuni dei nostri problemi e non in maniera definitiva” spiega Di Montigny.
“L’economia sferica, invece, prevede che fin dall’inizio vi sia una riflessione profonda e cosciente sull’impatto che avremo con le nostre azioni e le nostre innovazioni, e si applica con un nuovo modello che mette insieme innovazione, sostenibilità e umanità. Con questo modello si rigenerano le imprese già esistenti, aiutandole a creare un valore maggiore per sé, per l’uomo e per l’ambiente, e si aiutano a far nascere imprese nuove in maniera già orientata al bene”. Tutto questo attraverso la ricerca scientifica, affidata alla Grateful Foundation, e attraverso l’applicazione pratica del nuovo modello, “con la prima società di consulenza al mondo che mette insieme innovazione, sostenibilità, con un occhio di riguardo per quella idrica col progetto Hypercube, e valore umano”. Meglio di così.