Le ultime nate sono le mascherine al grafene G+ Co-Mask, con proprietà antibatteriche, antistatiche e di conduzione del calore, il cui filtro secondo i test di laboratorio interni è in grado di mantenere inalterate per sette giorni le proprie performance. Ma le applicazioni attraverso le quali Directa Plus – azienda produttrice e fornitrice di grafene con sede in Lombardia e quotata alla Borsa di Londra – sta sfruttando le straordinarie proprietà del grafene, che sono molte di più.
“Si tratta di un progetto che nasce durante l’emergenza per mettere le proprietà del grafene al servizio della sicurezza della comunità, ma che per noi ha un più ampio significato”, ha spiegato Giulio Cesareo, fondatore e CEO di Directa Plus. “Le sperimentazioni fatte sulla filtrazione dell’aria per creare la nostra mascherina rappresentano il primo passo per specializzarci anche nella depurazione dell’aria, dopo aver acquisito una solida expertise nell’utilizzare i nostri materiali per la decontaminazione dell’acqua”.
“Directa Plus nasce 15 anni fa, nel febbraio del 2005, in un bar di Cleveland, Ohio, mentre stavo bevendo una birra a canna con tre americani davanti a me”, racconta Cesareo, con tutta la schiettezza ed energia che gli hanno consentito in pochi anni di creare dal nulla un’azienda unica al mondo nella produzione di grafene, il supermateriale più sottile che esista destinato a rivoluzionare moltissimi settori produttivi.
Dai tessuti, agli pneumatici per auto e moto. Dall’asfalto, alle palline da golf. Dal campo medicale, a quello aerospaziale. Le applicazioni di questo nuovo materiale, flessibile, impermeabile, resistentissimo, trasparente e multidisciplinare sono infatti infinite.
Directa Plus nel proprio impianto di Lomazzo, nella Brianza comasca a pochi chilometri da Milano, produce attualmente 30 tonnellate all’anno di fogli di grafene, ottenuti solo attraverso procedimenti fisici e senza alcun utilizzo di chimica, Cesareo ha alle spalle una lunga carriera da top manager in multinazionali: “All’epoca ero un executive di un grande gruppo multinazionale americano e avevo avuto una serie di incarichi di responsabilità in grosse aziende, ma ero stanco di una vita sempre in viaggio e in aereo”.
Inoltre, racconta, “mi pesava il fatto che in quella fase si lavorava spesso alla chiusura di fabbriche. Allora dissi che volevo fare qualcosa nelle nanotecnologie, che avevo avuto modo di conoscere nel mio excursus lavorativo e che mi avevano colpito per il loro potenziale rivoluzionario: i tre americani dissero che se ero convinto ci sarebbero stati anche loro”.
Fu così che, in puro stile USA, Cesareo cominciò a fare sperimentazioni sui materiali nel cortile di un amico americano che aveva immediatamente sposato la nuova avventura. Un’impresa rischiosa, “nella quale investii tutti i miei soldi e due anni del mio tempo”, prosegue il fondatore di Directa Plus. Ma che alla fine diede i suoi frutti.
Una volta verificato che l’idea funzionava e che era realizzabile, fu il momento di decidere dove tradurla in realtà. “Guardandoci intorno scoprimmo che negli Stati Uniti c’erano già un paio di startup nel campo delle nanotecnologie e del grafene, peraltro legate in qualche modo al Governo americano, per cui decidemmo di guardare all’Europa perché ci interessava essere i primi”, ricorda Cesareo.
“Con uno sforzo notevole riuscii a convincere i miei soci a venire non solo in Europa, ma proprio in Italia, che oltre a essere il secondo Paese manifatturiero europeo è anche pieno di tante piccole aziende che lottano quotidianamente contro tante difficoltà ma che hanno capacità straordinarie”. Qui l’azienda iniziò a produrre qualcosa di unico: grazie all’azione combinata di temperature elevatissime (10mila gradi centigradi) e di una fortissima pressione riesce, sola al mondo a non utilizzare chimica, a lavorare la grafite per produrre pacchetti di fogli di grafene mille volte più sottili di un capello.
“Produciamo un singolo foglio di atomi di carbonio, che è nano nello spessore, ma macro nelle dimensioni”, sottolinea Cesareo. Questo lo rende sicuro dal punto di vista della salute per l’uomo, al punto che già oggi il materiale, grazie alla partnership tra Directa Plus e Colmar, viene utilizzato per la produzione di capi di abbigliamento che hanno “la caratteristica straordinaria di regolare perfettamente la temperatura tra le varie aree del corpo e assicurare un confort unico”.
Ma il materiale viene già utilizzato anche per le gomme delle biciclette. E ha già superato la fase di brevetto per l’utilizzo negli pneumatici per moto e auto, dove la formula con impiego di grafene consente di “creare pneumatici più veloci e insieme più sicuri in curva e in frenata, riducendo la resistenza al rotolamento ma mantenendo il grip”, spiega il fondatore dell’azienda, il cui coraggio di voltare le spalle alla carriera di supermanager nella multinazionali per “fare una cosa più allineata al mio patto non scritto con la vita” è decisamente stato ripagato.
Libero, 7 aprile 2018 (ultimo aggiornamento 17 luglio 2020)