L’azienda agricola cremonese Carioni unisce tecnologia e tradizione centenaria, mettendo al centro il benessere delle sue 1.700 mucche frisone
Pensi all’agricoltura biologica e la mente pesca direttamente da un immaginario fatto di piccole aziende famigliari in un contesto bucolico, nel quale la tecnologia fatica a trovare spazio e la produzione sembra attingere da un’epoca lontana nel tempo. Invece, benessere animale, sostenibilità, qualità del prodotto e innovazione tecnologica possono tranquillamente andare d’accordo, con benefici per tutti gli attori in campo: animali, ambiente, consumatori e produttori.
Questo, almeno, è il modello realizzato da Carioni, azienda agricola biologica cremonese con sede a Trescore Cremasco che ha appena inaugurato la sala di mungitura robotizzata più grande d’Europa e che da anni utilizza “smart-watch” bovini e sistemi di gestione automatici per promuovere il benessere animale. Oltre 100 anni di storia alle spalle, l’azienda “venne fondata nel 1920 da mio bisnonno Tommaso, che cominciò coltivando riso e allevando carpe che si nutrivano di tutti quegli insettini che erano dannosi per il riso, con il risultato di riuscire ad avere prodotti di qualità in maniera sostenibile già all’epoca”, spiega Francesco Carioni, General Manager e rappresentante della quarta generazione nell’azienda di famiglia.
Oltre un secolo di agricoltura sostenibile
Una formula che all’epoca era dettata dalla necessità e dall’ingegno, ma che di fatto ha tracciato la strada per lo sviluppo futuro dell’azienda. “Su questa base e su questa filosofia abbiamo costruito la nostra storia”, sottolinea infatti Carioni.
Il resto è storia. L’avventura imprenditoriale che, passo dopo passo, vede l’azienda crescere. Il progressivo passaggio dalla coltivazione del riso all’allevamento di bestiame. La capacità di mantenere un equilibrio tra lo sfruttamento delle risorse, l’impatto ambientale e la redditività dell’azienda.
È così che Carioni è cresciuta fino a diventare una delle realtà lombarde più importanti nella produzione lattiero-casearia, con un sistema caratterizzato da un’attenzione spiccata verso la sostenibilità ambientale. Oggi il gruppo alleva complessivamente 1.700 mucche frisone da latte biologico, che possono pascolare su terreni di proprietà e la cui gestione è affidata a una serie di sistemi automatizzati. Ed è proprio questo impiego molto spinto delle nuove tecnologie in un contesto nel quale non te lo aspetti il vero valore aggiunto dell’azienda.
Robot e automazione al servizio del benessere animale
Dal cibo, che viene erogato più volte al giorno da un sistema robotizzato che evita sprechi e garantisce che il prodotto in mangiatoia sia sempre fresco, al benessere animale, monitorato quotidianamente grazie all’utilizzo di uno “smart-watch” bovino che ne registra l’attività fisica. Fino alla mungitura robotizzata, più efficiente e sicura per il benessere animale, visto che garantisce la massima igiene e salute della mammella.
Non solo. Perché tra le caratteristiche che fanno dell’azienda cremonese un realtà modello c’è anche la gestione degli aspetti energetici. “Noi riusciamo a produrre energia pulita dai reflui animali, perché il biometano che questi producono viene recuperato e utilizzato anziché disperso in ambiente”, spiega Carioni. “Peraltro, nel processo di produzione del biometano si ottiene il digestato, un fertilizzante al 100% naturale e 4 volte più fertilizzante rispetto al letame normale, che ci consente di non utilizzare fertilizzanti chimici: con i nostri macchinari interriamo il digestato nel terreno in modo che l’azoto venga assorbito in maniera migliore dalla pianta, perpetrando un circolo virtuoso di economia circolare”.
L’ultima novità: il parco esperienza per le famiglie
Un ciclo che consente a Carioni di produrre latte, yogurt e formaggi biologici. E che l’azienda, che conta una novantina tra dipendenti e collaboratori esterni e ha chiuso il 2022 con un fatturato di 17 milioni di euro, ha deciso di valorizzare dando vita a Carioniland, una sorta di parco esperienza con attività anche per le famiglie, per chi vuole conoscere meglio l’azienda e le sue modalità produttive.
“Il mondo biologico è un mondo molto particolare, nel quale si prediligono aziende di piccole dimensioni, ma la verità è che per essere biologici la nostra azienda richiede investimenti importanti per i quali servono numeri importanti”, sottolinea Carioni. “Noi vendiamo non solo in Italia, dove stiamo puntando molto sui negozi bistrot che accorciano la filiera e ci fanno incontrare di persona il consumatore finale (uno dei quali al Mercato Centrale di Milano, Ndr), ma anche negli Stati Uniti, in particolare in Florida, e negli Emirati Arabi”.