Ecologici a bioetanolo, elettrici ad acqua e a gas, i camini di alta gamma prodotti da maisonFire non hanno bisogno di canna fumaria e sono richiestissimi negli hotel più lussuosi e negli showroom delle grandi case di moda.
Se non è come vendere il ghiaccio al Polo Nord, poco ci manca. Riuscire a vendere camini negli Emirati Arabi, da Dubai ad Abu Dhabi, suona infatti più come un’impresa degna del mago Houdini che come un’operazione commerciale di successo.
Eppure, è proprio ciò che maisonFire, realtà monzese con sede a Carate Brianza e leader nella produzione e vendita di camini ecologici a bioetanolo, elettrici ad acqua e a gas, è riuscita a fare negli ultimi quindici anni. Un periodo nel corso del quale i prodotti di alta gamma proposti dall’azienda hanno visto progressivamente crescere l’interesse di architetti e arredatori, fino a diventare uno degli elementi più richiesti in Italia e all’estero per impreziosire le ville e le abitazioni più ricercate, gli hotel più lussuosi, compresi quelli di Four Seasons, Hilton e Borgo Egnazia, e gli showroom delle grandi case di moda. Oggi la domanda è tale da assorbire completamente la produzione, nonostante quest’ultima sia cresciuta costantemente a doppia cifra negli ultimi anni.
Dalla produzione di pavimenti a quella di camini
“In effetti abbiamo una richiesta tale che i circa 4 mila camini che produciamo e vendiamo in un anno soddisfano solo una piccola parte della domanda”, conferma Alessandro Gatti, General Manager di maisonFire, brand che dal 2009 ha affiancato Fapir, l’azienda di famiglia fondata nel 1962 da Luigi Gatti come produzione di pavimenti. “Mio padre partì da questo business, che però venne progressivamente dismesso nel corso degli anni Settanta e Ottanta, quando il boom del distretto della ceramica di Sassuolo (in provincia di Modena) finì per concentrare buona parte della produzione di piastrelle in quell’area”.
Fu così che dagli anni Novanta, anche grazie all’ingresso in azienda di Riccardo e Alessandro, i figli del fondatore, l’azienda si concentrò sulla produzione di caminetti, puntando su una nicchia che all’epoca nel nostro Paese era a dir poco marginale, ma che nei Paesi del Nord Europa già rappresentava il 70% del mercato: quella dei camini non a legna, elettrici o a gas. L’idea di partenza era quella di mettere a frutto il gusto e la passione per il bello caratteristici del Made in Italy per aprire un nuovo mercato, più in linea con le caratteristiche degli immobili moderni, nei quali la carenza di spazio, le norme antinquinamento e l’efficienza energetica rendono spesso superflua o impraticabile la presenza di un classico camino a legna.
Dagli Emirati Arabi all’India è boom di richieste
Un’idea che nel giro di pochi anni si è rivelata un vero lampo di genio. “I nostri camini furono uno spacca-mercato”, spiega Alessandro Gatti, che dietro a modi gentili e a un atteggiamento low profile nasconde il genio e la visione dell’imprenditore di razza. “Di fatto creammo questa nicchia, nella quale anno dopo anno siamo cresciuti sia in termini di volumi, sia in termini di valore e forza del brand, al punto che oggi siamo di fatto sinonimo di camino senza canna fumaria”.
Il resto è storia molto più recente. Che si tratti di camini a bioetanolo, di caminetti elettrici ad acqua – che racchiudono una tecnologia irlandese brevettata di cui maisonFire detiene l’esclusiva a livello nazionale – o di caminetti elettrici a led, i caminetti ecologici vengono consegnati dal piccolo stabilimento di Carate Brianza, da dove vengono poi inviati in ogni angolo del pianeta. “Siamo presenti con distributori in una quindicina di Paesi nel mondo e vendiamo in Medio Oriente, in India, in Africa e in tutta Europa”, spiega Alessandro Gatti.
Le collaborazioni con Poliform, Molteni, Olivieri e Riva1920
Anche grazie all’impulso dato dalla collaborazione con i più importanti brand di arredo italiano, come Poliform, Molteni, Olivieri, Riva1920, l’azienda sta sviluppando la quota di export, che al momento non supera il 20%. Quanto alle caratteristiche per le quali i prodotti di maisonFire sono sempre più richiesti, c’è da un lato la possibilità di funzionare senza canna fumaria, e quindi di essere installati ovunque, dall’altro la possibilità per quelli elettrici di funzionare a freddo, per cui di essere utilizzati anche nei periodi più caldi dell’anno e in contesti nei quali una fonte di calore sarebbe addirittura fastidiosa. “In sostanza i nostri camini sono un elemento che aggiunge bellezza a un ambiente e crea atmosfera”, sottolinea il General Manager del gruppo, che ha centinaia di rivenditori indipendenti, fra i quali, con il marchio Fapir, tre show room diretti per la vendita al pubblico a Milano, Cantù e Carate Brianza, dove i prezzi per un camino senza canna fumaria sono in media compresi tra i mille e i 5 mila euro.
Ma questa realtà, che oggi conta oltre trenta persone tra dipendenti e collaboratori, non si ferma certo qui. “L’obiettivo è di continuare a crescere per soddisfare una domanda che è 3-4 volte superiore alla produzione, e di farlo senza rinunciare alla cura e alla qualità dei servizi che contraddistinguono il nostro marchio”, conclude Alessandro Gatti.