Il cavolo riccio o kale è un tipo di cavolo che è considerato oggi un “super food”, ovvero un alimento dagli effetti particolarmente positivi sulla nostra salute. La nostra botanica geniale ci spiega come coltivarlo sul balcone di casa.
Come coltivare il kale? Da sempre coltivato nei Paesi nordeuropei, anche in Italia da qualche anno sta riscontrando un certo interesse, e la bella notizia è che risulta molto facile da coltivare in proprio, in relativamente poco spazio e con una bassa esperienza.
Il cavolo riccio si presta alla coltivazione bio anche in città sul balcone, per un raccolto molto salubre e genuino.
La pianta
Il cavolo riccio è simile nell’aspetto al più noto cavolo nero di Toscana, perché come quest’ultimo non forma una palla compatta come quella del cappuccio o del cavolfiore, ma presenta un pennacchio di foglie portate da un fusto eretto, che continua a crescere in altezza.
Le foglie, però, sono diverse da quelle del cavolo nero, poiché diventano molto ricce ai margini e a seconda delle varietà possono essere verdi o viola.
Come coltivare il cavolo riccio
Il kale tollera le basse temperature, e quindi possiamo annoverarlo tra gli ortaggi autunno-invernali, da seminare e trapiantare tipicamente entro la fine dell’estate. Tuttavia, per coltivazioni in ambienti riparati come i balconi, e prevedendo delle opportune coperture come quelle a base di tessuto non tessuto, è possibile anche realizzare dei trapianti più tardivi, a patto che le piante possano contare su una buona esposizione al sole.
Trapianto
Per ogni piantina serve un vaso di almeno 30 cm di diametro e analoga profondità, da riempire con terriccio di qualità, mescolato a concime organico. Se si ha la possibilità di coltivarlo in piena terra, o su cassoni ampi in cui poterne trapiantare più esemplari, le piantine dovranno essere distanziate di circa 40 cm tra loro.
Dopo il trapianto dovremo dedicare al kale qualche cura colturale, come quelle necessarie agli altri cavoli.
Irrigazioni
Le irrigazioni devono essere abbastanza frequenti quando le piantine sono piccole, ma se il trapianto avviene in autunno bisogna comunque tenere conto del fatto che il terriccio si asciuga con lentezza e che non bisogna mai inzupparlo, altrimenti vi è il rischio di marciumi radicali.
Pacciamatura
La pacciamatura è la copertura del terreno con vari tipi di materiale, e generalmente è un ottimo rimedio per il controllo dell’erba spontanea. Ad ogni modo, in autunno e su coltivazioni in vaso in genere questo problema non c’è. Può però essere di aiuto per proteggere le radici dai primi freddi.
Copertura
Per un trapianto autunnale del cavolo riccio una copertura all’arrivo dei primi freddi risulta indispensabile, e la si può realizzare con teli di tessuto non tessuto, che sono traspiranti e facili da sistemare sopra le piante senza stringere troppo.
Raccogliere il cavolo riccio
La raccolta del cavolo riccio inizia di solito dopo circa 70 giorni dal trapianto, ma dipende molto anche dall’andamento stagionale e potrebbe avvenire anche più tardi. Si inizia raccogliendo le foglie più esterne, e scegliendo quelle tenere per il consumo crudo in insalata: è un ortaggio ricchissimo di vitamina C e mangiarlo crudo fa benissimo. Se si rispetta il germoglio apicale, senza cimarlo, questo può crescere a lungo e continuare a emettere nuove foglie per un tempo prolungato.
Il cavolo riccio in cucina: usi e proprietà
Il kale o cavolo riccio si presta a tante ricette, anche veloci, per chi ha poco tempo da dedicare alla preparazione dei pasti, ma non per questo vuole rinunciare a mangiare sano. Come già detto, le foglie tenere di questa pianta possono essere consumate anche crude: basta lavarle e tagliuzzarle, in un mix con altre verdure da insalata. Altrimenti possiamo cuocerle per farne torte salate, minestre, ripieni, polpette e – a crudo – anche dei centrifugati.
Le foglie del cavolo riccio sono molto ricche di acido folico e sali minerali come magnesio, ferro, potassio, manganese, e di vari antiossidanti, fibre, Omega 3 e vitamine: si tratta di un toccasana irrinunciabile.
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