La più importante opera del Pnrr, finanziata con 1,9 miliardi di euro, dovrebbe essere definita entro fine anno. Parla Giannetto di Reevo: “Abbiamo bisogno di razionalizzare e proteggere le nostre informazioni”. E salvaguardarci dai colossi Usa.
Sul sito del Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione digitale, guidato da Vittorio Colao, campeggia il progetto di costruzione del Polo Strategico Nazionale (PSN).
Si tratta di una costruenda infrastruttura per garantire la sicurezza e l’autonomia tecnologica sugli asset strategici per il Paese.
Polo Strategico Nazionale, la più importante opera del Pnrr
Dall’annuncio, la scorsa estate, sono stati molti i passaggi, formali e non formali e soprattutto sono stati numerosi i commenti da parte di politici, imprenditori, opinionisti.
Ma come mai tutto questo interesse attorno a questo progetto? A che punto siamo del percorso che porterà alla sua creazione? E quanto è importante la gestione dei dati?
Abbiamo cercato di dare qualche risposta a queste domande, anche grazie al contributo di Antonio Giannetto, esperto del settore e AD di Reevo, cloud provider italiano focalizzato sui servizi di infrastruttura, archiviazione e cybersecurity e quotato in borsa sul mercato EGM.
Cos’è il PSN?
Nella testa e nei piani del Ministro Colao e del Governo c’è la volontà di razionalizzare i dati della Pubblica amministrazione attraverso il cloud per la gestione dei servizi pubblici.
In sostanza, si vuole creare una infrastruttura informatica nazionale, distribuita tra le Regioni, che raccolga in un unico server i dati della Pa, dalle Asl ai piccoli uffici comunali.
La pandemia ha migliorato la digitalizzazione, ma dobbiamo difendere i dati
“Nell’era della digitalizzazione, in forte accelerazione dal 2020 anche a causa del Covid – ha commentato Antonio Giannetto, Amministratore Delegato di Reevo – il volume dei dati prodotto è incredibilmente aumentato e di conseguenza la necessità di difendere la loro disponibilità, riservatezza e integrità”.
“Per ciascuna azienda e istituzione, i dati rappresentano il vero patrimonio inestimabile che rischia di essere costantemente in pericolo. Questo a causa di attacchi informatici sempre più evoluti, che anche grazie all’intelligenza artificiale, vengono personalizzati e sono in grado di sfuggire ai normali sistemi di protezione”.
“Assistiamo sempre più spesso a situazioni dove l’indisponibilità, o, peggio, la perdita dei dati causa danni inestimabili che a volte colpiscono anche le persone. È oramai indispensabile combattere e proteggerli attraverso sistemi sempre più evoluti e completi.”
La gestione dei dati con un partenariato pubblico-privato
Per fare tutto questo, la realizzazione e la gestione operativa del Polo Strategico Nazionale verrebbe affidata ad uno o più operatori esterni, attraverso una procedura di partenariato pubblico-privato che prevede 3 fasi.
La prima fase, attualmente in corso, prevede che gli operatori presentino al Ministro della Transizione digitale (Mtd) proposte tecnico economiche. Secondo quanto annunciato dal ministro Colao la scelta del progetto sarà effettuata entro fine anno, quindi nei prossimi giorni.
La seconda fase riguarda la pubblicazione del bando di gara. Mentre la terza si riferisce all’aggiudicazione e realizzazione del PSN, entro la fine del 2022. Per il progetto sono a disposizione 1,9 miliardi di euro, inclusi dal Pnrr.
Tutela dei dati
Il dibattito pubblico oggi in corso sul PSN pone l’accento su alcuni temi critici, in particolare quello della sovranità e controllo dei dati.
Le cordate ad oggi in gara (Tim-Cdp-Sogei-Leonardo, Almaviva-Aruba, Fastweb-Engineering) prevedono la collaborazione dei giganti americani del cloud come Amazon, Google e Microsoft che sono soggetti al Cloud Act americano e al potenziale obbligo di condividere informazioni strategiche con il Governo di Washington DC.
In primis, tutela della sicurezza
Sarà quindi necessario che nei requisiti di partenariato siano specificati elementi di trasparenza, sovranità e l’interoperabilità dei dati, con l’obiettivo di tutelarne la sicurezza.
Uno degli aspetti più rilevanti sulla cui base saranno valutate le cordate riguarda, dunque, non solo le soluzioni tecniche proposte per la crittografia ma anche i meccanismi, anche di governance, per tutelare la sovranità delle informazioni che saranno conservate.
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