Un caso di sparizione forzata che mette a nudo le nuove strategie dell’intelligence filo-russa: attacchi mirati, spazi giuridicamente ambigui e dissidenti trasformati in obiettivi ovunque nel mondo
Nel marzo 2025, una delle figure più visibili dell’opposizione bielorussa in esilio, Anzhalika Melnikova, è scomparsa nel nulla insieme alle sue figlie. Non in una prigione, non in un campo profughi, ma in un hotel turistico a Unawatuna, sulla costa meridionale dello Sri Lanka. Questo dettaglio, apparentemente secondario, rivela molto di più: il fronte della nuova guerra fredda è ormai globale, e l’influenza dei servizi di sicurezza eurasiatici si estende ben oltre il Dnepr.
Un’operazione d’intelligence su sfondo affettivo
Secondo un’indagine congiunta tra The Insider, Polityka, BIC e BYPOL, Melnikova si trovava in compagnia di un uomo identificato come Alexey Lobeev, ma che viaggiava con documenti intestati ad “Aleksey Gordeev” – probabile alias operativo. L’uomo avrebbe avuto legami con i servizi di sicurezza bielorussi o direttamente con il KGB, oggi erede de facto del sistema di intelligence sovietico, sotto forma del Comitato per la Sicurezza dello Stato bielorusso.
Melnikova, rifugiata a Varsavia dopo due tentativi di arresto, non è stata “rapita” nel senso classico. È stata persuasa. Il metodo non è nuovo: risale al manuale di Lavrentij Berija. La tecnica: sfruttare il legame affettivo e isolare il bersaglio. Si tratta con ogni probabilità di una classica operazione di contro-esfiltrazione, in cui la vittima è indotta a uscire da un territorio sicuro per essere neutralizzata – con consenso apparente – in uno spazio giuridicamente ostile o ambiguo.
La rotta dell’influenza post-sovietica
Melnikova vola a Londra, poi a Colombo, infine a Galle, Sri Lanka. Lì, nel resort Araliya Beach, incontra l’uomo con cui aveva già condiviso un soggiorno “turistico” a Cuba nel 2023. Un classico pattern di operazioni KGB: esfiltrazioni psicologiche condotte in spazi “terzi” dove l’influenza russa può muoversi senza attriti (Sri Lanka è partner dell’Unione Economica Eurasiatica e vota sistematicamente con la Russia all’ONU).
Nel frattempo, il suo ex marito rientra in Bielorussia con le figlie. La sincronizzazione dell’evento rafforza l’ipotesi di un’operazione concertata. Il 25 marzo, le autorità polacche aprono un fascicolo. Ma ormai è tardi: il telefono della donna risulta attivo… a Minsk.
Il denaro e la componente strategica
Pochi giorni dopo la sparizione, 118.000 euro spariscono da un conto associato a una delle fondazioni collegate a Melnikova. Qui non siamo più nel terreno del ricatto emotivo, ma in quello delle “neutralizzazioni multiple”: eliminazione politica, destabilizzazione economica, discredito mediatico. Tre colpi con una sola operazione, e con spese minime.
È la dottrina Lukashenko: repressione chirurgica e messaggi simbolici all’opposizione in esilio. Chi scappa, può sempre essere raggiunto. Chi parla, può essere fatto sparire. Chi ama, può essere tradito.
Il significato geopolitico della scomparsa
Il caso Melnikova non è una storia di cronaca nera. È un evento geopolitico. Questo ci dimostra principalmente tre cose della trasformazione politica interna di soggetti statuali dello spazio post-sovieto
Il primo è che questi regimi politici hanno rigenerato il proprio apparato d’intelligence con capacità operative all’estero paragonabili, per efficacia, a quelle sovietiche ma con una grande autonomia operativa da quella che potremmo definire il Centro, Mosca.
Il concetto stesso di “esilio” è stato svuotato: Varsavia, Londra o Colombo sono ormai terreni di caccia per le agenzie di sicurezza eurasiatiche, tornando al paradigma della guerra globale tra intelligence e dissidenti.
In ultimo che la Bielorussia non può essere definita secondo la narrativa occidentale solo come una “dittatura isolata”, ma un proxy strategico in una guerra di attrito all’interno dello spazio europeo.
Il destino di Anzhalika Melnikova resta ignoto. Ma l’architettura della sua sparizione è visibile, leggibile, analizzabile. In un mondo in cui le frontiere della sovranità sono ormai porose, e i servizi di sicurezza agiscono a livello transnazionale, l’unica difesa rimasta è la trasparenza. Raccontare. Analizzare. Prevenire.